Ponte pedonale per il Giubileo, Roma

1999

Ruggero Lenci (capogruppo/team leader)
Nilda Valentin, Stefano Catalano

Concorso Internazionale - Tra i sei progetti vincitori






L’esigenza del Comune di Roma di realizzare un ponte pedonale tipo da collocarsi lungo gli itinerari giubilari,  smontabile e riutilizzabile in altri siti, ha prodotto il progetto di una struttura altamente flessibile e, allo stesso tempo, compatibile con i luoghi della città storica. Per ottenere la necessaria flessibilità sono state evitate soluzioni che, al di fuori delle opere di fondazione, fanno uso di componenti in cemento armato. Inoltre gli elementi strutturali prefabbricati adottati sono stati scelti per ottenere il facile assemblaggio delle parti e l'adattabilità del ponte a diversi contesti urbani.  Il progetto suggerisce una soluzione in sintonia con la dualità moderna che, evitando banali simmetrie, punta tutto sull'evidenziazione dei contemporanei rapporti di reciprocità figurativa. A tal fine la vista frontale mostra contemporaneamente il prospetto e la sezione, rivelando le funzioni interne al progetto. Se da un lato il ponte presenta una parete rivestita in lastre in acciaio preossidato che, come uno "scudo", protegge i percorsi verticali dalla strada, dall'altro questi sono lasciati in vista mostrando i propri significati e funzioni. La rotazione di 4 gradi dell’impalcato inserisce un ulteriore elemento di dissonanza nei rapporti tra le pareti verticali e gli archi in legno lamellare. Una volta individuati i materiali idonei a configurare il progetto si è puntato a renderli rispondenti alle caratteristiche di peso e dimensione ridotte che i singoli componenti devono avere al fine di permetterne la facile trasportabilità. Pertanto la progettazione si è orientata verso la ricerca di una soluzione innovativa in grado di consentire una grande flessibilità d’uso della struttura che possa permetterne l'adattabilità a diversi contesti urbani, anche in presenza di luci maggiori o minori di quella necessaria per piazzale Numa Pompilio. Nel sistema proposto la principale innovazione consiste nell'uso dell'arco a tre cerniere a spinta annullata costituito da due coppie di travi in legno lamellare incernierate in chiave di volta e agli estremi. Il tirante che annulla la spinta è ottenuto tramite una coppia di profilati a "C" che costituisce la struttura longitudinale dell'impalcato. Inoltre, gli appoggi sono stati avvicinati tra loro rispetto alle cerniere del tirante; tra l'appoggio e la cerniera del tirante è stata inserita all’interno delle travi in legno lamellare un' anima in scatolari di acciaio a cui è demandato il compito di trasmettere le forze; tutto l'impalcato funge da tirante; il pilone viene forato e le travi a "C" dell'impalcato trovano al suo interno un appoggio scorrevole che ne riduce la luce libera, pur fungendo da tirante; il pilone risulta caricato solo assialmente evitando così onerose e complesse opere di fondazione; l'anima interna alle travi in legno lamellare può, con piccole modifiche, essere fissata alle stesse travi in tre diverse posizioni, rendendo possibile ottenere ponti pedonali a luce diversa, maggiori o minori di quella proposta per piazzale Numa Pompilio progettato per una luce libera di m. 26,40; i vani scala e il corpo ascensore collocati alle due estremità del ponte pedonale su due lati diversi fungono da elementi strutturali di controventamento. L'impalcato, nella sua interezza, costituisce un belvedere che permette una nuova e suggestiva visione dell'area circostante. A tal fine il ponte è stato dotato di una copertura che protegge il fruitore sia dal sole che dalle piogge. Il nome suggerito per il ponte è "Giano bifronte". Il ponte pedonale è stato progettato per consentire un'altezza libera minima di 5,10 metri tra l'intradosso dei profilati dell'impalcato e la quota più alta della carreggiata stradale. Nel dimensionamento dei componenti e nella progettazione architettonica sono stati applicati i seguenti valori: carichi mobili 0,4 t/mq; azioni del vento 250 kg./mq; azioni sui parapetti 0,15 t./ml. applicate sul corrimano. La larghezza massima dell'impalcato è di 3,56 metri. Tutte le acque meteoriche e di lavaggio del piano di camminamento sono raccolte alle due estremità del ponte, evitando che queste possano percolare sulla carreggiata sottostante. Il ponte è progettato per essere ispezionabile in tutte le sue parti. In relazione ai tre livelli di qualità dello spazio costruito, individuati dal Decreto del 14 giugno 1989 n. 236, il ponte risulta accessibile ai portatori di handicap e alle utenze deboli. Pertanto sono stati previsti due ascensori di tipo idraulico. Le scale di accesso sono costituite da rampe della larghezza di metri 1,40. Nei vani sottoscala ai due lati del piano terra sono ricavati i locali per gli impianti degli ascensori idraulici. La pavimentazione del ponte è pianeggiante, è in legno di larice trattato con impregnanti antitarlo, antimuffa, ignifughi e idrorepellenti. I giunti del tavolato in legno di larice, di ampiezza inferiore a 5 mm., sono posti in senso ortogonale al senso di marcia. La pavimentazione è priva di differenze di quota e di pendenze maggiori a quelle minime necessarie per il defluire delle acque. Di notte il percorso in quota le scale di accesso e le due piazzuole porticate sono opportunamente illuminate. Il ponte è realizzato con un sistema di prefabbricazione mista che usa sia componenti in legno lamellare che in acciaio. Il sistema statico configura un arco a tre cerniere sostenuto da colonne che a loro volta sostengono l'impalcato su appoggi scorrevoli ricavati all'interno di esse. Le fondazioni sono dirette e superficiali con un metro di spessore e 130 kg. di ferro al mc. Si presume di poter fondare direttamente con piano di posa a -1,50 dal piano di campagna operando con getto in opera con fondazioni dimensionate per trasmettere al terreno un sovraccarico di 0,6 Kg./cmq. Le fasi di montaggio della struttura si possono suddividere in sette momenti principali: realizzazione degli scavi e delle fondazioni; ancoraggio dei piloni, unioni e controventamenti, realizzazione delle strutture laterali  (corpi scala/ascensore); alloggiamento delle prime metà delle travi in legno lamellare e acciaio sulle cerniere dei piloni; alloggiamento delle seconde metà delle travi in legno lamellare (contenenti i tiranti verticali) nell'anima in acciaio delle prime travi con unione tra loro in chiave di volta, trasversalmente e installazione dei controventamenti; montaggio delle doppie "C" (tirante dell'arco a tre cerniere) dell'impalcato su ogni coppia di tiranti e collegamento continuo tra di esse fino alle cerniere di messa in trazione; collegamenti strutturali dell'impalcato, controventamenti e posa in opera del tavolato di  pavimentazione e dei parapetti; cabina ascensore e impianto, coperture, finiture, illuminazione. Il riuso della struttura, in relazione alla temporaneità prevista, risulta essere, considerando la non recuperabilità delle fondazioni, del 95% del valore delle opere.

 Pagina Iniziale