Nuovi Interventi Residenziali nella Cintura Urbana, Bergamo

1997

Ruggero Lenci (capogruppo/team leader)
Nilda Valentin, Stefano Catalano

Concorso Nazionale - Menzionato






Il sistema insediativo proposto per la comunità di Valtesse, località inserita nella corona urbana di Bergamo mira a dare risposta alle esigenze specifiche sia in termini di qualità organica del nuovo costruito, che di quantità delle aree verdi, oltreché di previsione di luoghi per l’interazione pubblico-privato. Inoltre il progetto si occupa di studiare l’architettura dell’alloggio secondo un’idea di scala dimensionale a cui si è voluto dare il seguente titolo: “dall’unità di abitazione all’unità abitativa”. Tale ricerca ha prodotto la realizzazione di 18 alloggi eseguiti a Favaro Veneto, nel Comune di Venezia, che sono stati progettati a seguito della premiazione al concorso Europan 1. Le caratteristiche del luogo e la scala urbana del costruito di Valtesse hanno suggerito di articolare il sistema residenziale nelle quattro direzioni creando un tessuto che consentisse al progetto di superare i precedenti limiti di serialità lineare. I risultati raggiunti sono costituiti da un tipo edilizio che, attraverso rotazioni di 90° degli alloggi superiori rispetto a quelli inferiori è in grado di generare un tessuto abitativo connesso. I temi intorno ai quali il progetto è stato concepito sono: il rapporto tra centro consolidato e margini urbani; le caratterizzazioni locali dei nuovi complessi abitativi in rapporto con le preesistenze urbane e ambientali; gli usi individuali e sociali dello spazio; l’assetto fisico della città in rapporto alla cultura dei luoghi. La risposta progettuale è un parco che ai suoi margini si trasforma in un sistema costruito permeabile in più punti, in un’edilizia che non costituisce una barriera ma piuttosto un momento di graduale transizione dalla città al parco, nel quale una grande radura circolare rende possibili le visuali verso i Colli di Bergamo e della Maresana. Il costruito nasce dall’aggregazione articolata di moduli formati da due alloggi duplex incastrati tra loro a cui è sovrapposto un altro modulo simile al precedente ma ruotato di 90°. Questo sistema architettonico dà luogo a una morfologia che ricerca un’elevata integrazione tra “spazio di relazione e spazio privato”, proponendo una gradualità di rapporti dimensionali, sia nei volumi che nei vuoti, tra il nuovo insediamento e il contesto. L’area edificabile viene quindi suddivisa in due siti posti ai margini Sud-Est e Nord-Ovest  dell’intervento. I due siti edificabili vengono mantenuti nelle stesse posizioni indicate dal nuovo Piano Regolatore di Bergamo. Ciò in quanto si ritengono i più idonei per concentrare la nuova cubatura, che nel caso specifico è di circa 18.000 mc. Nel considerare l’area a Sud-Est, prevale la scelta di mettere in continuità questa zona edificabile con il verde centrale, senza interporre tra questi due sistemi alcuna viabilità. Quest’ultima è tutta esterna all’intervento dando luogo sia ai parcheggi di standard a raso, che agli accessi pedonali al costruito, modulati sulla maglia di ml. 2,50. Il transito pedonale tra gli spazi di relazione pavimentati e il parco risulta, così, privo di barriere architettoniche e di pericoli, offrendo una condizione di maggiore serenità. Il progetto è stato concepito intorno alla modulazione degli spazi di relazione, intendendo tale tema principalmente come il disegno dello spazio vuoto, sempre teso alla ricerca di integrazione tra un’articolata continuità architettonica e il paesaggio urbano. Questo rapporto genera un tessuto edilizio minuto a densità medio-alta opportunamente confrontabile con quello del vicino centro di Valtesse. Da questi ambiti multidimensionali e, al tempo stesso, multirelazionali, dove è compresente sia il vicolo che la piazza, luoghi nei quali interagiscono il semi-pubblico urbano (le piazze tra gli edifici) e il pubblico di gruppo (i vicoli frontistanti gli edifici), il privato di gruppo (gli accessi e i percorsi collocati anche in quota che distribuiscono ai singoli alloggi) e il privato familiare (gli alloggi), si arriva al parco, luogo nel quale il progetto si integra in modo naturalistico con il massimo livello di relazione: il pubblico urbano. L’alloggio-tipo è un duplex di circa 90 mq. costituito da una zona giorno al livello di ingresso di dimensioni quadrate (7,50x7,50), contenente il soggiorno-pranzo, la cucina, un bagno, un disimpegno, un ripostiglio e una loggia (o un patio al piano terra), e da una zona notte di dimensioni rettangolari (3,75x17,30) collocata al livello soprastante e munita, nella conformazione tipica, di due camere da letto e un bagno, oppure di tre o di una camera da letto. Queste unità si aggregano tra loro incastrandosi l’un l’altra dando luogo a un parallelepipedo di dimensioni 7,50x17,30x6,00 h., con tenente due alloggi duplex e costituente il modulo abitativo di base. I moduli abitativi vengono disposti in modo da creare sistemi edificati volumetricamente articolati, tutti accessibili nel primo ordine dal livello terra. Superiormente viene collocato un secondo ordine con le stesse caratteristiche dei moduli di base, ma ruotati rispetto ad essi di 90°. Questi sono raggiungibili da percorsi ubicati a quota +6,00 a cui si accede tramite corpi scala (privati di gruppo) opportunamente distribuiti all’interno della maglia destinata ai percorsi orizzontali e verticali. Il sistema insediativo proposto non prevede l’uso di ascensori, essendo la distanza verticale da superare per accedere agli alloggi superiori di soli due piani.  L’altezza degli edifici varia da tre a quattro piani, ovvero da 9,00 a 12,00 metri. Tutti gli alloggi hanno un ampio ambito privato all’esterno. Gli alloggi con accesso dal livello terra sono dotati di patii verdi mentre quelli collocati superiormente hanno accesso, tramite il proprio corpo scala, ai terrazzi di copertura di loro pertinenza. Questi terrazzi, e le torrette delle scale interne, sono parzialmente coperti da una volta a botte ribassata, utile sia al fine di proteggere la rampa di accesso, che di rendere riconoscibile e unitario l’intervento.

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