Ponte Pedonale sulla via Olimpica, Roma


1995
 

Ruggero Lenci





Il danno apportato a Villa Doria Pamphili con la costruzione della via Olimpica costituisce una realtà difficilmente sanabile. Ciò che si poteva fare, e che nel 2000 si è fatto ad opera di Massimo d'Alessandro e Gabriele del Mese, era porvi un sottile rimedio gettando ponti sopra la grande strada, esile ricucitura di una profonda lacerazione ambientale, così da restituire alla Villa quella continuità pedonale che oggi consente ai cittadini di poter usufruire del parco nella sua globalità. Il collegamento pedonale tra le due parti era un tema rimasto insoluto da quando è stata aperta al pubblico la parte Est della villa, quella nella quale è inserito l'edificio dell'Algardi, voluto dal Cardinale Giovanni Battista Pamphili, poi Papa Innocenzo X, in quel luogo dal bel respiro, fuori porta S. Pancrazio tra il Gianicolo e l'Aurelia. Questo ponte pedonale, pensato per essere realizzato in prossimità della piazzetta del Bel Respiro, è stato pensato in legno lamellare, per essere posto in opera senza interrompere la circolazione veicolare della sottostante via Olimpica. Esso è munito di due corsie di transito separate da una trave strutturale centrale. Tale trave è, in realtà, composta da due travi più sottili che, unite tra loro, riproducono uno spessore pari a quello delle travi laterali. Ciò consente di realizzare in stabilimento i quattro elementi finiti delle dimensioni di 3,30 x 18,00 metri che compongono il ponte, che risultano essere facilmente camionabili. La larghezza utile del ponte è di 6 metri. Nel suo tratto centrale il piano di camminamento è appeso con tiranti in acciaio alla struttura portante in legno lamellare, la quale funge anche da trave-parapetto. Queste travi sono abbastanza alte così da garantire la sicurezza delle persone che vi transitano e, al tempo stesso, la protezione delle automobili dal rischio di caduta di oggetti. Lo spazio a sezione circolare tra le travi parapetto e il piano di camminamento, oltre ad alloggiare i tiranti in acciaio, è chiuso ermeticamente per mezzo di lastre di vetro antisfondamento, onde evitare la caduta di polvere, sassi e altri materiali sulla via sottostante. Per ognuna delle quattro parti che compongono il ponte si prevede un tempo di posizionamento di una giornata lavorativa, per un totale di quattro giorni, durante i quali la circolazione sulla via Olimpica sarebbe avvenuta a doppio senso su un'unica corsia.

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